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Visualizzazione dei post da gennaio, 2018

Il collezionista di cuori

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C’è il cuore graffiato, abbandonato sul banco della vecchia scuola. Quello ritagliato, che qualcuno ha ripiegato e messo nel taschino. C’è quello forte, radice possente e resistente alle intemperie. C’è quello dalle venature sottili, linfa vitale. C’è quello che sfama, mollica e crosta croccante e appetitosa. C’è quello rosso, dipinto qui e là per ricordarti che esiste. I sei cuori inseguono ognuno, ma bisogna avere occhi buoni per vederli. Il collezionista di cuori sa bene una cosa: non saprà mai dove andare per trovarli. Gli appariranno all’improvviso e lui dovrà essere lì, in quel momento, in compagnia della sua anima. Folle cercatore di cuori diversi. Pescatore paziente di nulla. I sei cuori inseguono ognuno, ma bisogna stare attenti a ciò che ti diranno. Avranno un colore diverso; saranno straziati, sporchi, abbandonati, calpestati. Potranno essere ben definiti, curiosi, sorprendenti, magari invitanti. Ma il collezionista di cuori comprenderà nel tempo pe

La barchetta che sfidava le onde con i sogni

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Le reti prendono il sole quando tornano a terra. Fradice dalle notti di mare, riposano sulla banchina del porto piccolo nell’angolo più tranquillo. Un bambino ripone una barchetta di carta tra le maglie di una di queste. Un gioco, un’illusione di carta. Lui sa benissimo che quella rete, nel fondo del mare, non potrà mai pescare una barchetta di carta. Eppure è felice. Immagina mari tempestosi e correnti impetuose. Guarda la sua barchetta e la rivede forte, pronta ad affrontare le onde alte e imprevedibili. E quella rete, per lui, non è disgrazia, non è fondo e disperazione. Quella barchetta prende il sole, insieme alla rete che l’ha salvata per tenerla a galla. Riportandola sulla banchina, sulla terraferma dove tutto è apparentemente più sicuro. E il bambino ringrazia la rete e gioca. Gioca e ringrazia il mare e la sua isola. Poi prende in mano la sua barchetta e, tenendola ben ferma, la allinea davanti a sé lungo l’orizzonte. E gioca a fuggire, navigando i mari e la

Le radici del cuore

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“Se hai intenzione di tentare, fallo fino in fondo. Altrimenti, non cominciare mai.” L’albero del cuore sembra dire questo, ogni volta e a ognuno gli si sieda accanto. Da quel cuore di corteccia dura, forte e fiero a guardare verso il sud, l’albero ti sprona con le parole di un poeta scomodo, perché solo gli scomodi e i maledetti ti dicono la verità. “Se hai intenzione di tentare, fallo fino in fondo. Non esiste sensazione altrettan to bella.” Vale la pena fare una deviazione e una sosta sotto a quell’albero. Risentire Bukowski e farsi prendere a schiaffi dal vento mentre senti quel battito. “Sarai solo con gli Dei. E le notti arderanno tra le fiamme. Fallo, fallo, fallo. fallo! Fino in fondo, fino in fondo.” Sarai solo sotto quell’albero, davanti a quel cuore che sarà anche il tuo. Capirai che tutto esiste. “Cavalcherai la vita fino alla risata perfetta. È l’unica battaglia giusta che esista.” E sorriderai riguardando la forma giusta del cuore, quella che ti ha richia